Donatella Talini

Donatella Talini

martedì 18 maggio 2010

Non solo sciocchezzaio

In Dolls ci trovi molto sciocchezzaio, una sorta di estetizzazione della banalità. Certi dialoghi si intrecciano in un balletto volutamente insipido, dove la lingua si appiattisce fin quasi al grado zero. La storia che racconta Dolls, però, agisce su più livelli, senza mai abbandonarsi completamente all'ovvio. C'è sicuramente “altro”: per esempio il tentativo di custodire qualcosa di veramente sacro, e forse anche di farlo agire. Dolls non è la storia di un uomo che s'impantana - Dolls, lo ripeto, racconta una liberazione. Se non mi credete leggete il romanzo. Oppure non lo leggete. Ma allora non parlatene.

4 commenti:

  1. Ciao Dona, penso che l'oggetto sacro da custodire che si rivela in Dolls è la parte più profonda di un uomo che può manifestarsi al mondo attraverso l'opera d'arte. Il poeta che rischia di annegare nel chiacchiericcio emerge dal pantano e si erge con sforzo titanico per far affondare ciò che di misero addobba l'esistenza scandita da un linguaggio inessenziale, usato per "notiziare" più che comunicare. La liberazione dell'artista e dell'opera d'arte. L'opera d'arte come liberazione. Il punto di contatto tra etica ed estetica. La fine della finzione.

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  2. Mi piace il verbo "notiziare", definisce bene un certo tipo di linguaggio che viene adoperato - e cioè usato strumentalmente - per evitare una comunicazione autentica. E anche quel punto di contatto tra l'etica e l'estetica. Sarebbe importante che tu approfondissi proprio questo concetto, così da spostare la lettura di "Dolls" anche su altri versanti. Una mia amica mi ha scritto che in questo libro ha trovato, finalmente, l'apertura di un orizzonte. E questa sua lettura, per me, assomiglia per certi aspetti a quello che hai scritto tu, Giancarlo. Mi sbaglio? Grazie per il contributo.

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  3. Dolls è un romanzo di accordi. La scrittura si tiene se tieni alla scrittura. Apre a qualcosa che prima non c'era e poi non puoi più far finta che non ci sia. A partire dalle prime parole incontri l'azzurro che porterai sempre con te.

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  4. Ciao Dona,
    a volte penso che la carica poetica sia l'unica salvezza che alcune persone possono trovare prima di naufragare di fronte all'insensatezza delle esistenze e delle relazioni. E' come se la narrazione, la descrizione, la raffigurazione, la sonorizzazione svolgessero un lavoro di redenzione postuma assegnando una dignità all'immondezzaio che circonda molta della nostra esistenza.
    Mi collego alla parte "cooperativa" di Dolls. Quello che viene descritto merita di essere descritto solo dentro un'opera d'arte, solo lì dentro riesce a riscattare la sua volgarità per consegnarsi ad una goccia di speranza attraverso la mediazione estetica e alla riflessione individuale o collettiva. Sono le Storie a redimere le storie. Se incontri il Poeta ringrazialo da parte mia.

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