Donatella Talini

Donatella Talini

venerdì 30 luglio 2010

Domenico Ciardulli scrive di Dolls

Scrive di Dolls, Domenico Ciardulli, e molto altro. L'articolo, che rivela un'appassionata intensità, ha per titolo Una cooperativa sociale che licenzia.
Ringrazio tantissimo Domenico che mi ha citata nell'articolo, come personaggio che "fa vibrare e suscita emozione", insieme a Giorgio, gatto Fedro, i luoghi e le storie d'infanzia, al rapporto con gli allievi adolescenti dei corsi di formazione professionale...
Dona

giovedì 22 luglio 2010

Logiche nazistoidi?

Domenico Ciardulli, meno di un mese fa, ha pubblicato su Internet un intervento che ha per titolo “Gli aspetti criminogeni di alcune cooperative sociali” (27 giugno 2010). L'analisi parte da un fatto di cronaca: un certo Giampietro, licenziato da una cooperativa sociale di Roma, secondo quanto ha stabilito la Corte d'Appello è stato riassunto e indennizzato con tre anni di stipendi e contributi. “Giampietro”, scrive Ciardulli, “è un lavoratore in età matura con una personalità 'tosta'”, e forse ha subito delle vessazioni proprio per questa sua indole - la cocciutaggine, la testardaggine - la stessa che a distanza di tempo lo ha portato ad avere giustizia. Giampietro ce l'ha fatta dunque, ma bisogna considerare che lui è soltanto uno dei tanti epurati, perché “altri amministratori di cooperative sociali piccole e grandi, hanno potuto selvaggiamente licenziare e mobbizzare in questi anni contando su una sistematica impunità derivante dalla mancanza di controlli degli enti locali, dalla mancanza di vere tutele sindacali e dalla debolezza economica di assistenti domiciliari, Oss, educatori, assistenti sociali che lavorano nel cosiddetto 'no profit' (no profit? Sigh!)”. I dirigenti di certe cooperative, infatti, “ricorrono a licenziamenti e discriminazioni per generare paura e omologazione” favoriti da “legami parentali e politici che esistono tra alcune cooperative e tra cooperative e uomini di partito”. E' un sistema insomma, un sistema che tuttavia – ma non sempre! - gode di “sistematica impunità”. “Storie di soprusi come quelli a danno di Giampietro ce ne sono probabilmente tante altre, ma esse non riescono ad approdare in tribunale o sulle cronache e rimangono ben nascoste dietro la facciata ipocritamente pulita di alcune cooperative e associazioni Onlus”. Domenico Ciardulli si spinge oltre, e scrive che secondo lui, “non sarebbe esagerato se dicessimo che alcuni amministratori di cooperative sociali sembrano seguire logiche 'nazistoidi' di 'selezione della razza'”. A questo punto della lettura mi è tornato in mente un brano di Dolls, proprio nelle prime pagine, dove il presidente della cooperativa sociale “Il portico”, quella del romanzo, è paragonato addirittura a Heichmann, “l'impegato più rigoroso del partito nazista...”. Una faccia insignificante la sua, anonima... la faccia giusta per praticare il muro di gomma a copertura della carognata che sta accadendo nella cooperativa che dirige. Ma Dolls è soltanto un romanzo. Se v'interessa invece l'attenta analisi di un fatto di cronaca leggete interamente l'articolo di Domenico Ciardulli, ve lo consiglio.

venerdì 9 luglio 2010

Bella serata a Fucecchio

Continua la lettura e l'analisi di Dolls. A ogni presentazione nuovi spunti per approfondire le tematiche del romanzo. I diversi lettori, così come dev'essere, completano la costruzione dell'opera.
Un sentito grazie a David della libreria Martin Eden e a quanti hanno partecipato alla serata.

mercoledì 7 luglio 2010

Dolls alla radio e su Sky

- radio
giovedì 8 luglio 2010 intervista all'autore all'interno del programma “La luna e i falò...”, in onda dalle ore 21,30 alle ore 23,30 sulle frequenze di Nuova Spazio Radio (in FM, 88,150 si ascolta solo nel Lazio; altrimenti direttamente dal sito internet www.elleradio.it è possibile ascoltare cliccando su “ascolta la radio)

- TV
canale Viva l'Italia Channel Sky 830 – www.vivalitaliachannel.it
Interviste e commenti su Dolls all'interno dei seguenti programmi:
10 libri 93 domenica 11 luglio ore 18,45;
Puntata 191 Se Scrivendo venerdì 16 luglio ore 17,30;
Bookshelf domenica 18 luglio ore 22,15.

domenica 4 luglio 2010

Cosa c'entrano i Quattro Mori?

Il signor Itchek ha trovato un libriccino di un certo Aldo Santini, “livornese polemico”, dedicato al celebre monumento labronico, Livorno e i Quattro Mori. Ne consiglia la lettura, perché di un qualche interesse, sia storico che aneddotico, anche se immagina che sia un libro di non semplice reperibilità.
Descrizione sintetica del monumento: quello sul piedistallo, in marmo bianco di Carrara, è Leopoldo I della famiglia Medici; ai suoi piedi, incatenati e fusi nel bronzo, stanno invece i Mori, cioè i Turchi musulmani, schiavi. Il monumento è collocato, come tutti sanno, all'ingresso del porto, e nonostante sia un'opera che celebra il dominio del Granduca di Toscana – tanto che i rivoluzionari francesi volevano abbatterlo perché a loro dire “ignobile” – ha tuttavia un pregio: guardandolo, si capisce bene chi sta sopra e chi sta sotto.
Livorno, nel '600, ospitava una colonia di schiavi non indifferente. Nelle camerate del Bagno – che così si chiamavano gli alloggi di quei poveracci – ne furono inzeppati fino a 3.000, contemporaneamente.
Descrizione dell'attività della comunità dei forzati quando non stavano al remo di una galera: “Scaricavano le galere, spazzavano le strade, vuotavano i cassonetti, annaffiavano le aiole... a tre forzati fu concesso di gestire un baracchino nel porto... picconavano nei cantieri edili”. Non è difficile rendersi conto che gran parte delle attività sopraelencate, oggi, sono quelle svolte dai cooperatori sociali di tipo B (facchinaggio, igiene urbana, giardinaggio, gestione bar, edilizia) e se non basta vengono di seguito specificate le attività delle cooperative sociali di tipo A, servizi alla persona: “quelli di modi gentili nonché di bell'aspetto, ripuliti a dovere, servivano nelle case dell'alta borghesia, aiutavano in cucina e s'ingegnavano di soddisfare signori & signore.” Ma a che pro il signor Itchek si è dilungato nelle citazioni? Lui vuole arrivare una prima domanda, che poi ne fa scaturire una seconda: ammesso e non concesso che i Quattro Mori siano gli odierni cooperatori sociali di tipo A e di tipo B... chi è Leopoldo I della famiglia Medici, il Granduca di Toscana? Cioè quello, per intenderci, che nel monumento sta in alto? Seconda domanda: sarà proprio vero che i Mori incatenati ai remi e Leopoldo I, come dicono nelle cooperative sociali, sono tutti sulla stessa barca? Il signor Itchek, di Leopoldi, ne conosce più d'uno, e saprebbe indicarli a dito. Alla seconda domanda invece risponderebbe di no: i Mori e i Leopoldi non sono certo sulla stessa barca (galera) – anche se i Leopoldi fanno di tutto per farglielo credere, a quelli di sotto che remano... E così, tanto per rimanere nella metafora, confondono le acque: dicono che sopra o sotto fa lo stesso, sono tutti soci loro, oggi non è più come nel monumento di Livorno. Almeno nelle cooperative sociali. Lo dicono dal piedistallo però!