Donatella Talini

Donatella Talini

giovedì 17 maggio 2012

Il posto macchina

Era un portatore di handicap molto permaloso, e forse anche cattivo. Aveva una di quelle automobili con lo sterzo adattato ai suoi braccini secchi e contorti come ceppi di vite. E guidava in modo pessimo. La porta di casa sua era l'ultima, poco prima che la provinciale curvasse fuori dal paese. Gli avevano detto: “Se vuoi il posto macchina riservato devi fare richiesta in comune”. Ma lui non poteva tollerare il simbolo della carrozzina e il rettangolo a strisce gialle di fronte alla porta di casa. Così non inoltrò la domanda, benché rimanesse convinto che nessun altro avrebbe potuto parcheggiare in quello spazio che considerava suo di diritto.

La prima macchina a venir sfigurata lungo l'intero perimetro della carrozzeria fu un Audi di lusso. Avevano adoperato senz'altro una chiave. Il tratto, sebbene rabbioso, appariva piuttosto incerto. Quando toccò a una Fiat Panda e a una Skoda Fabia fu chiaro a tutti che non si trattava di lotta di classe. Era semplicemente lui, un handicappato cattivo molto permaloso. “E anche una merda!” fu il pensiero di Giovanni Biondi, proprietario della Skoda Fabia modello base - e mentre pensava questo pensiero stava pisciando sul cofano di quell'automobile assurda progettata per un paio di moncherini secchi. L'handicappato non si dette per vinto. Ogni volta che era di ritorno da una giratina sulla “stronz-mobile” - che i paesani l'avevano ribattezzata così - ecco la sorpresa di un'auto parcheggiata proprio là, in quello che era il posto “suo”, allora si metteva a urlare come un indemoniato e si attaccava al clacson. Anche il clacson della stronz-mobile aveva un suono rauco e fesso, o forse erano quei due stecchi che ci smanacciavano sopra. Le prime volte il parcheggiatore abusivo correva a spostare la macchina, un po' anche per la paura, ma poi ci fecero l'abitudine e lo lasciavano lì a sgolarsi e incazzarsi che non ti dico. Un giorno gli prese anche un attacco di convulsioni con bava e tutto, e quando alla fine si calmò e il dottore gli fece la seguente domanda - “Ma perché non richiedi in comune il posto macchina riservato? - lui non si capì bene che cosa rispondesse, perché anche nella pronuncia della lingua italiana era parecchio indietro. Ma sembrò una bestemmia enorme, addirittura irripetibile.

Di notte l'handicappato non dormiva più. Lasciava apposta la sua macchinaccia nello spazio appena contiguo a quello che considerava il suo, e stava di sentinella alla finestrina del bagno. Nel buio sgranava gli occhi per non cedere al sonno, e a volte aveva addirittura delle visioni. Gli sembrava per esempio di vedere Giovanni Biondi dietro al cassonetto, o acquattato nel giardino di fronte – Giovanni Biondi se lo ricordava bene che gli aveva pisciato sul cofano... Alle tre del 24 ottobre gli capitò di aggredire una coppietta che per pomiciare aveva scelto proprio il posto davanti all'ultima casa del paese, la sua. Poi un camionista straniero che aveva sbagliato strada. E alla fine non si trattenne nemmeno con l'auto biancablu della guardia di notte. Insomma, arrivarono i carabinieri con l'ambulanza e prelevatolo di forza lo accompagnarono – si fa per dire – in un istituto specializzato per quelli come lui, con i braccini rattrappiti e che gli era girato anche il boccino. Stette in cura per un annetto circa. Fu considerato guarito, almeno per quanto potevano guarire i nati con un grave, se non gravissimo, handicap. Quando ritornò a casa, il sindaco, come gesto di cortesia e buona accoglienza, gli fece trovare il posto macchina bordato dalla striscia gialla con la carrozzina, sempre gialla, al centro. Gli stradini comunali avevano lavorato di fino. Lui lo guardò senza nemmeno urlare. La sua macchina assurda riadattata per quelli come lui gliel'avevano portata via le autorità. E la patente speciale per il guidatore handicappato anche.

giovedì 3 maggio 2012

Ancora Dolls

Biblioteca di Empoli Sala Maggiore Venerdì 11 maggio 2012 Incontro con l'autore di Dolls Introduce Martina Marchi