Donatella Talini

Donatella Talini

sabato 11 giugno 2011

I professionisti della bontà

E' appena uscito Zone grigie, di Goffredo Fofi, per Donzelli editore di Roma. Il libro ha per sottotitolo Conformismo e viltà nell'Italia di oggi. Tra i diversi paragrafi alcuni sono dedicati al terzo settore e in particolare a chi “come suol dirsi, opera nel sociale”.
Fofi non fa di tutta l'erba un fascio, ma prende di mira “quei leader molto famelici o molto retorici e spettacolari, i professionisti della carità pelosa" e il loro "flautato cinismo". Gli riserva, tra l'altro, le seguenti parole:
“Vincono i forti, vincono i furbi anche nel sociale, e i poveri, i marginali, i perdenti sono perlopiù assistiti e protetti da associazioni, gruppi, governi che hanno inventato un meraviglioso sistema di circolazione del denaro, secondo cui si spende per assistere chi ne ha bisogno (dal massimo al minimo, dal continente africano al mendicante sotto casa) passando attraverso grandissimi ma anche piccolissimi raggruppamenti di funzionari della bontà, di elargitori di bene e di beni, di assistenti che si preoccupano più di assistere che di guarire, che, come per la cura del cancro, badano a non far morire il malato, mantenendolo nella malattia e nella dipendenza dal medico e dalle medicine, di mediatori specializzati (la figura del mediatore è diventata essenziale al funzionamento del sistema economico dominante...) in modo che di ogni budget due terzi più o meno rimangano nelle loro mani, e servano a mantenere anzitutto loro (e i loro cari) e solo accessoriamente, molto accessoriamente, i beneficiandi nel cui nome sono stati stanziati i denari. Questo meccanismo è semplice e chiaro, ma per funzionare ha bisogno dell'ipocrisia collettiva” ecc. ecc.