Donatella Talini

Donatella Talini

sabato 23 febbraio 2013

Il sogno


Il sogno ha inizio come se camminassi in quello che vedo intorno a me. Il paese lo riconosco, è il mio paese, sono di ritorno a Bugnano. Ho uno zaino sulle spalle, i capelli lunghi. Intravedo alcune persone e questo mi colpisce profondamente, perché anche nel sogno so che il paese dovrebbe essere in rovina, abbandonato. Chi sono quelle persone? Le case sembrano dipinte, tirate su come fondali di scena. Non tutte però, alcune sono reali e coloratissime, prevale l’arancione, il giallo ocra. Ma anche il rosso.

Un uomo mi viene incontro. Capisco che devo presentarmi, lui mi sorride.

“Ho vissuto qui per molto tempo”, gli dico, “Là c’era la mia casa”. Mi tolgo lo zaino dalle spalle e tiro fuori un documento: c’è il mio nome, il mio cognome, l’indirizzo della mia residenza attuale. Comincio a piangere di un pianto senza freni e senza vergogna.

“Anch’io sono di questa città”, mi dice l’uomo mentre indica il mio documento, “Anch’io ho abitato in questa via. Anch’io ho lo stesso nome e cognome tuo”.

“Qui tutto è così bello…” gli rispondo.

“Non tutto”, interviene un’altra persona che ora vedo lì accanto. “Per esempio si è ammalato un albero”. Faccio di sì con la testa. Ora lo so, quell’albero sono io.