Si mise a sedere sulla panchina, l'ultima. Il mare gli sputava addosso il bagnato del salmastro. Improvvisamente percepì che l'orizzonte vomitava un suono cupo, che andava distendendosi nel vuoto ben oltre il necessario. Così alzò la testa e spalancò gli occhi verso il cielo, per respirare, ma la luce del lampione lo colpì come una sassata. Anche la luna non riusciva a trovarla da nessuna parte. "Questo qui", concluse, "di sicuro non lo puoi dire il miglior posto per le vacanze...".
martedì 21 agosto 2012
martedì 14 agosto 2012
Godetevi Charlot e "la polverina"
Da "Tempi moderni" (1936). Occhio alla saliera! Non contiene il sale della terra (clicca!)
domenica 12 agosto 2012
La vergogna di chi tiene nascoste le cose
Chi non è abituato a
esporsi; chi fa i suoi calcoli e alla fine decide o si lascia decidere
dai propri alibi, dalle proprie scuse, dalla vigliaccheria; chi
sceglie sempre i maestri sbagliati perché si basta così com'è,
gretto, meschino, basso; chi ha la faccia di gomma; chi è cattivo/cattiva;
chi vive perpetuamente in malafede; chi sarà subito pronto/pronta a
leccare il culo al prossimo padrone o presidente o direttore o
capoccia o kapò; chi scodinzola e fa le fusa; chi continua a
sbattere le palpebre con gli occhioni di gatto/gatta e cerca di
intenerirti per fregarti meglio; chi omette di dire e ti manda
allegramente alla macellazione; chi non ha vergogna; chi è così
perché ha perso la speranza di poter diventare una persona diversa,
o capisce che per lui/lei sarebbe troppo faticoso e forse fin troppo
nobile cercare di migliorarsi.
Il coraggio di chi sa e
dice quello che sa ha invece un peso specifico veramente duro da
sostenere, e sono pochi – pochissimi! – quelli che gli daranno
mano. E poi non dovrai raccontarti le solite frottole come imparano
a fare tutti gli altri, non potrai dirti che non te n'eri accorto, e
nemmeno “chi se lo sarebbe mai aspettato?”. Non cercherai di
coprire lo scandalo, il marcio, la connivenza quotidiana con quanto
era e continua ad esserci di pusillanime, di ipocrita e in fondo di
banalmente risaputo – da tutti.
P.S. Le parole di cui
sopra sono da recitare ogni mattina, di fronte allo specchio, prima
di avviarsi al lavoro e salutare educatamente i colleghi. Per
complicarsi un po' la vita con l'autenticità, evitando di stringersi
la mano, fare girotondo, e ricordarsi reciprocamente che noi
lavoriamo qui - e che teniamo famiglia...
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