Donatella Talini

Donatella Talini

martedì 21 febbraio 2012

GINO AL CINEMA (ovvero IL CINEMA PER GINO)




Gino, quando va al cinema, siccome ci si trova bene, il film lo vede due volte e mezzo-film.

Quando si riaccendono le luci per l’intervallo, guarda sempre chi c’è seduto nei posti didietro al suo, casomai ci fosse Giovanni.

Siccome per lui è stato difficile raccapezzarcisi, a tutti quelli che si alzano durante la proiezione si sente in dovere di dirgli dove.

Gino, in bagno, anche se dopo non si laverebbe mai le mani, visto che c’è il dispenser se le lava. E siccome si accorge che c’erano anche le salviette, se le lava un’altra volta.

Nel buio della proiezione filmica sta attento a tutto quello che gli succede.

Gino va al cinema a Pasqua e a Natale, come si va al ristorante per le ricorrenze.

Preferisce i film di azione con parecchi morti ammazzati. Ogni tanto, nel film, gli piace riconoscere anche un animale. Se ammazzano l’animale si commuove.

Legge tutte le pubblicità locali per vedere se le capisce. Gli piace rendersi conto di sapere qual è quel negozio o quell’altro, in borgo.

Se lo incroci con lo sguardo prima che inizi il film, sorride. Se lo incroci dopo sorride uguale.

Tarantino, per Gino, è il figliolo di Tàranto, quello che sta sottopoggio.

A Gino i cartoni animati lo fanno ridere.

Al cinema ci va da solo, perché non è sposato. Fidanzato nemmeno. Però, al cinema, anche se ci vai da solo, ti ritrovi in parecchi. Al buio.

Gino, per lui il cinema è una festa.

Senza farsene accorgere, nell’oscurità, guarda quelli che gli stanno accanto nella sala.

Data la gentilezza d’animo, durante la proiezione sta sempre zitto.

Gino, anche se il film non gli piace, lo vede tutto, perché da un certo punto in poi gli potrebbe anche piacere, perché no?

Mentre guarda il film, pensa a come lo racconterà domani, a Giovanni.

Gino ignora che cos’è una recensione. Invece sa perfettamente che cos’è una recinzione.

Gino si commuove parecchio per la musica parecchio commovente. Se poi affonda anche una nave è il massimo.

Quando fuori piove, l’ombrello gocciolante non sa dove bisogna metterlo. Nel portaombrelli mai, perché a Giovanni gliel’hanno rubato!

Nell’incertezza, lascia liberi ambedue i braccioli.

Gino, quando vede un film che gli piace, gli piacerebbe avere il televisore grande così.

Gino ignora Fellini. Ignora anche i felini. Il gatto invece ce l’ha, bianco e nero, e si chiama pippo, scritto così, minuscolo.

Si capacita dei titoli di coda, poiché la coda è la fine dell’animale, sebbene non tanto utile se non per scacciare le mosche. E allora gli uomini sarebbero le mosche che gli si dice “Sciò, andate via, il film è finito…” E qui ci sarebbe da riflettere.

Gino, quando una scena è parecchio triste, pensa al suo amico Giovanni e al gatto pippo, che farebbe lui, poverino, se fossero morti tutti e due.

Quando appare un personaggio nuovo Gino si domanda chi è, come se vedesse uno che gli attraversa il campo. Non aspetta che glielo dica il film. A quelli più cattivi lui gli tirerebbe una zolla, nel film e nel podere.

Non mangia mai il popcorn. Perché non mangia fuori dai pasti e perché gli mette sete. E poi non gli piace nemmeno. A Gino mangiare il popcorn per bere la coca-cola gli pare illogico.

Durante la proiezione di un film da ridere si sforza di ridere giusto. Generalmente cerca di sincronizzarsi con la risata di quello che gli sta davanti. Ma questo soltanto nel secondo tempo. Nel primo è costretto a sparacchiare a caso e diverse volte sbaglia.

Gino una volta vide un film tutto rincantucciato perché aveva paura di parare quello didietro, che era bassino.

Conserva il biglietto nel portafoglio per giorni e giorni, perché non si sa mai quello che potrebbe succedere.

Gino la prima volta che andò al cinema non si ricorda nemmeno il film che vide. Forse quello di quella che vola con l’ombrello, Meripoppins. O forse un film di pistoleri di due che dicevano “Io sono il più veloce” “No sono io” e morivano tutti e due perché erano velocissimi ma veloci uguali.

Una volta è andato al cinema con Giovanni e gli è piaciuto lo stesso, anche se a Giovanni il film non gli era piaciuto e a lui soltanto un pochino di più.

A Gino gli piacerebbe avere un pensiero che corre veloce come il film, e stargli sempre dietro, al film e al suo pensiero. Ma a volte non ci capisce nulla, e rimane disorientato, e non sa più se il film è troppo veloce o se è troppo lento il suo pensiero. A ben vedere non riesce nemmeno a raccapezzarsi sul fatto che pensiero e film corrano la stessa corsa, boh.

Nessun commento:

Posta un commento