Donatella Talini

Donatella Talini

giovedì 22 luglio 2010

Logiche nazistoidi?

Domenico Ciardulli, meno di un mese fa, ha pubblicato su Internet un intervento che ha per titolo “Gli aspetti criminogeni di alcune cooperative sociali” (27 giugno 2010). L'analisi parte da un fatto di cronaca: un certo Giampietro, licenziato da una cooperativa sociale di Roma, secondo quanto ha stabilito la Corte d'Appello è stato riassunto e indennizzato con tre anni di stipendi e contributi. “Giampietro”, scrive Ciardulli, “è un lavoratore in età matura con una personalità 'tosta'”, e forse ha subito delle vessazioni proprio per questa sua indole - la cocciutaggine, la testardaggine - la stessa che a distanza di tempo lo ha portato ad avere giustizia. Giampietro ce l'ha fatta dunque, ma bisogna considerare che lui è soltanto uno dei tanti epurati, perché “altri amministratori di cooperative sociali piccole e grandi, hanno potuto selvaggiamente licenziare e mobbizzare in questi anni contando su una sistematica impunità derivante dalla mancanza di controlli degli enti locali, dalla mancanza di vere tutele sindacali e dalla debolezza economica di assistenti domiciliari, Oss, educatori, assistenti sociali che lavorano nel cosiddetto 'no profit' (no profit? Sigh!)”. I dirigenti di certe cooperative, infatti, “ricorrono a licenziamenti e discriminazioni per generare paura e omologazione” favoriti da “legami parentali e politici che esistono tra alcune cooperative e tra cooperative e uomini di partito”. E' un sistema insomma, un sistema che tuttavia – ma non sempre! - gode di “sistematica impunità”. “Storie di soprusi come quelli a danno di Giampietro ce ne sono probabilmente tante altre, ma esse non riescono ad approdare in tribunale o sulle cronache e rimangono ben nascoste dietro la facciata ipocritamente pulita di alcune cooperative e associazioni Onlus”. Domenico Ciardulli si spinge oltre, e scrive che secondo lui, “non sarebbe esagerato se dicessimo che alcuni amministratori di cooperative sociali sembrano seguire logiche 'nazistoidi' di 'selezione della razza'”. A questo punto della lettura mi è tornato in mente un brano di Dolls, proprio nelle prime pagine, dove il presidente della cooperativa sociale “Il portico”, quella del romanzo, è paragonato addirittura a Heichmann, “l'impegato più rigoroso del partito nazista...”. Una faccia insignificante la sua, anonima... la faccia giusta per praticare il muro di gomma a copertura della carognata che sta accadendo nella cooperativa che dirige. Ma Dolls è soltanto un romanzo. Se v'interessa invece l'attenta analisi di un fatto di cronaca leggete interamente l'articolo di Domenico Ciardulli, ve lo consiglio.

1 commento:

  1. Ciao, il personaggio "Dona" del libro di Luca è semplicemente "stupendo". Si intravede la grande sensibilità, l'intelligenza e anche la bella sensualità un pò nascosta. Sai ho conosciuto una tua collega in una cooperativa di tipo B di ex detenuti. Quanto assomigliano le vostre storie di coop con il capo redento dal carcere o dalla droga che assume potere e vuole possedere le menti... grande Donatella, grande "Giorgio"

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