Donatella Talini

Donatella Talini

venerdì 12 ottobre 2012

L'albero


E così al signor Itchek gli è tornato in mente quell'albero della sua infanzia, il suo albero, un pesco. Ora giurerebbe di aver passato pomeriggi interi fra i suoi pochi rami, circondato dal vuoto. Ma è molto probabile che la memoria, come sempre, non riporti in vita le cose così come sono state, avendo più dimestichezza con gli aggiustamenti. E poi un quarto d'ora dei suoi sette anni di età vale senz'altro un giorno di adesso.

Comunque: lui se ne stava sdraiato su un paio di rami che sembravano fatti apposta, le gambe all'aria, gli occhi puntati verso il cielo. E magari nel cielo trascorrevano, lentamente, le nuvole – oppure ridondavano lassù, dorate e piene di pienezza come una panna dolce. Il bambino però smetteva di osservarle quasi subito. Alle nuvole preferiva lo spazio fra le nuvole, specialmente se si trattava dell'azzurro crudo di una maiolica. Vi ficcava lo sguardo. Solo e sospeso, l'azzurro sopra di lui, le radici affondate nella terra. C'era già tutto.

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